Morte cardiaca improvvisa, comune causa di morte cardiovascolare dopo sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST


Circa un terzo delle morti cardiovascolari dopo sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST sono causate da morte cardiaca improvvisa.

Sono stati analizzati i dati di 37.555 pazienti ( età media, 65 anni; 67.4% uomini ) con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del segmento ST ( NSTEACS ) che avevano preso parte agli studi APPRAISE-2, PLATO, TRACER e TRILOGY ACS, con l’obiettivo di determinare l'incidenza cumulativa di morte cardiovascolare e di morte cardiaca improvvisa in base al tempo dopo sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento ST, e sviluppare un modello di rischio.

Dopo un follow-up mediano di 12.1 mesi, ci sono stati 2.109 decessi nella popolazione in studio; di questi 1.640 erano decessi per causa cardiovascolare.

Tra le morti cardiovascolari, 513 ( 31.3% ) avevano come causa la morte cardiaca improvvisa.

E’stata valutata l'incidenza cumulativa di morte cardiaca improvvisa in questa popolazione: 0.79% a 6 mesi, 1.65% a 18 mesi e 2.37% a 30 mesi.

Alcune caratteristiche erano significativamente associate alla morte cardiaca improvvisa nella popolazione studiata, tra queste: la ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra, l'età avanzata, il diabete mellito, la più bassa velocità di filtrazione glomerulare stimata, la più elevata frequenza cardiaca, il post-infarto, l’arteriopatia periferica, la razza asiatica, il sesso maschile e l’alta classe Killip.

Sulla base di questi fattori è stato costruito un modello per calcolare il rischio di morte cardiaca improvvisa. Il rischio di morte cardiaca improvvisa a 2 anni nella popolazione studiata variava da 0.1% a 56.7%, con il 51% dei pazienti con un rischio inferiore a 1%.
Il 40.0% dei pazienti presentava un rischio di morte cardiaca improvvisa che variava da 1.7% a 3.3%; il 9,0% dei pazienti aveva un rischio a 2 anni del 6.1% o superiore.

Applicando un modello multivariato comprendente eventi clinici dipendenti dal tempo dopo il ricovero iniziale per sindrome coronarica acuta, si è scoperto che la morte cardiaca improvvisa era associata a infarto miocardico ricorrente ( hazard ratio, HR=2.95; intervallo di confidenza [ IC ] 95%, 2.29-3.8 ) e a ospedalizzazione per qualsiasi causa ( HR=2.45; IC 95%, 1.98-3.03 ).

Al contrario, coloro che erano stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica avevano una minore probabilità di andare incontro a morte improvvisa cardiaca ( HR=0.75; IC 95%, 0.58-0.98 ). ( Xagena2016 )

Fonte: JAMA Cardiology, 2016

Cardio2016



Indietro

Altri articoli

Gli studi hanno dimostrato un'associazione tra singole misure di troponina ad alta sensibilità ( hsTn ) e futuri eventi cardiovascolari...


I livelli di troponina cardiaca ( cTn ) riflettono la dimensione dell'infarto miocardico e la frazione di eiezione ventricolare sinistra...


Uno studio ha valutato l'influenza dell'anemia sugli esiti a lungo termine dei pazienti con sindrome coronarica acuta sottoposti a intervento...


Il test della troponina cardiaca ad alta sensibilità ( cTnT-hs ) può migliorare la stratificazione del rischio e la diagnosi di...


Nell'era terapeutica attuale, il rischio di morte cardiaca improvvisa dopo sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del segmento ST ( NSTE...


La sospetta sindrome coronarica acuta è la ragione più comune per l'ammissione di emergenza in ospedale ed è un grande...


La maggior parte degli studi che hanno analizzato la relazione tra tachicardia ventricolare dopo sindrome coronarica acuta e morte cardiaca...


Il disturbo depressivo maggiore, associato alla sindrome coronarica acuta ( ACS ), aumenta il rischio di mortalità. La variabilità della...


Esiste evidenza che un’elevata conta leucocitaria sia associata ad un outcome ospedaliero non favorevole nei pazienti con infarto miocardico acuto....